Storia

In epoche storiche antecedenti, Belsito con il suo territorio apparteneva a domini feudali. Pare che fosse sorto, come tanti altri casali di Cosenza, al tempo delle invasioni saracene della Calabria, allorché nel secolo XI, Cosenza fu quasi abbandonata dagli abitanti. Ebbe sotto di se il Casale di Malito, insieme al quale, nel 1321, venne infeudato a Goffredo di Raone. Detto dapprima Crepasito, o Caprisito, da voce ebraica corrispondente a villaggio eminente, o dal latino Cupressetum, "bosco di cipressi", assunse il nome di Belsito per volere di Carlo V il quale, passandovi di fronte nel novembre del 1535 di ritorno dall'impresa di Tunisi, erroneamente informato che Caprisito volesse dire luogo di capre, dette lui il nuovo nome, corrispondente alla bellezza del sito. Nel 1644 assieme agli altri casali di Cosenza venne infeudato al granduca di Toscana, dal cui dominio venne sottratto in seguito alla vittoriosa rivolta di Celico del 23 maggio 1647 che anticipava nel Vice Regno i moti patriottici. In questa epoca troviamo il predominio della famiglia "Gallo", la sola che lasciò vere e proprie tracce della sua presenza. lo stemma dei Gallo raffigura una torre con una sola finestra ed il leone rampante, simile allo stemma di quei Gallo che nel XIII secolo provenivano da Nicosia di Cipro, in Sicilia. Detto stemma è posto sul portone d'ingresso di un’abitazione sita in Via Roma. Molto probabilmente questa abitazione è stata tra il XV e il XVI secolo, la sede principale dei Gallo. Certo è che i Gallo lasciarono cattivi ricordi nella tradizione popolare soprattutto per i loro costumi nel praticare il famoso "ius primae noctis". Il simbolo del gallo si trova anche su di una targa posta sulla facciata principale della Chiesa di San Giovanni Battista all'interno della quale si conserva un pregevole quadro a olio su tela del Settecento raffigurante la predicazione del Battista. La Chiesa conserva anche una conca battesimale in pietra d'Altilia, scolpita a fogliame di tipo medievale. L'ordinamento amministrativo disposto dal Generale Championnet poneva Belsito nel Cantone di Belmonte; la legge francese del 1806 ne faceva, invece, un luogo del governo di Carpanzano. Il riordino disposto nel 1811 lo considerava villaggio di Marzi. E' con la legge borbonica del 1816 che viene elevato a Comune autonomo, nella quale condizione, tuttavia, resta fino al 1928 anno in cui viene aggregato al Comune di Malito per poi riacquistare la sua autonomia nel 1937. La popolazione sul finire del XVIII secolo non superava le 690 unità; era di 812 nel 1815; 735 nel 1821; 810 nel 1849; 923 nel 1861; 1129 nel 1871; 1208 nel 1901; 1520 nel 1921; 1371 nel 1951. Tra le attività tradizionali si ricorda soprattutto quella della lavorazione del ferro battuto da parte dei cosiddetti "forgiari" con produzione d’attrezzi per l'agricoltura e da ornamento. Notevole è sempre stato il movimento migratorio, una volta indirizzato verso le Americhe e poi verso i paesi europei, in particolare verso la Germania. Il Santo patrono è San Giovanni Battista e viene festeggiato ogni anno l'ultima domenica di agosto, in suo onore si tiene, inoltre, la fiera della Surda che si tiene il 23 giugno. Di notevole interesse è la presenza di una necropoli altomedievale localizzata in località Serre. Recenti scavi condotti dal Prof. Giuseppe Roma, Responsabile della Cattedra di Archeologia Cristiana dell’Università della Calabria, sotto la supervisione della Sovrintendenza ai Beni Artistici Archeologici Architettonici e Culturali della Calabria, hanno portato alla luce numerosi reperti risalenti all’VIII sec. D.C..

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